Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.
Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.
Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso.
Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge.
La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite.
Il trattamento del condannato e dell’internato è svolto avvalendosi principalmente dell’istruzione, del lavoro, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia.
Ai fini del trattamento rieducativo, salvo casi d’impossibilità, al condannato e all’internato è assicurato il lavoro.
Gli imputati sono ammessi, a loro richiesta, a partecipare ad attività educative, culturali e ricreative e, salvo giustificati motivi o contrarie disposizioni dell’autorità giudiziaria, a svolgere attività lavorativa o di formazione professionale, possibilmente di loro scelta e, comunque, in condizioni adeguate alla loro posizione giuridica.
L’Associazione nasce a Trento nel 1985 per iniziativa di un gruppo di persone sensibili alle condizioni di quanti usciti dal carcere necessitavano di un aiuto concreto per potersi reinserire nel contesto sociale. Persone prive di mezzi, di risorse formative ed informative, spesso abbandonate a se stesse, con difficoltà di alloggio, di salute ed economiche. Nel primo articolo dello Statuto si legge: “E’ costituita un’Associazione di volontariato con denominazione: associazione provinciale di aiuto sociale per i detenuti, per i dimessi dagli Istituti di pena e per le loro famiglie, in sigla APAS”. L’Associazione è stata voluta, promossa e sostenuta dalla Provincia Autonoma di Trento per la quale opera tramite la L.P. 35/83 impegnandosi a realizzare interventi socio-assistenziali i cui beneficiari sono “persone in situazione di disagio per condizioni personali, familiari, socio-culturali connesse alla detenzione ed al reinserimento sociale”.
Nel 1986 l’Associazione ottiene dal Servizio Casa del Comune di Trento un alloggio a costi agevolati destinato all’accoglienza abitativa di persone con problematiche giudiziarie in carico ad Apas. Successivamente, saranno assorbiti in comodato d’uso ulteriori appartamenti per il medesimo scopo.
Nel 1987, in collaborazione con altre risorse presenti sul territorio fa sorgere la Cooperativa Sociale “Il Gabbiano” per dare lavoro a persone in stato di bisogno e in particolare a detenuti e dimessi dal carcere.
Nel 1997 istituisce il Laboratorio per la formazione dei pre-requisiti lavorativi. Il servizio è finalizzato all’avviamento professionale di persone con problemi di giustizia che necessitano di un avviamento professionale per acquisire i requisiti necessari ad affrontare un progetto di reinserimento lavorativo sul territorio. Nel 2001, il Laboratorio sarà trasferito in un nuovo complesso industriale presso la località di Spini di Gardolo (TN).
Dal 2002 l’Apas è dotata di personalità giuridica ed è iscritta nell’Albo delle Organizzazione di Volontariato della Provincia Autonoma di Trento.
Dal mese di settembre 2004 gestisce il magazzino per conto della Edizioni “Centro Studi Erickson” di Gardolo (TN) ai fini di sostenere e incentivare progetti di reinserimento socio-lavorativo di persone con problemi di ordine penale.
Dal giugno 2005 aderisce all’associazione Non Profit Network – C.S.V. di Trento.
Dall’ottobre 2008 diviene membro del “Tavolo per l’inclusione sociale in favore delle persone in situazione di emarginazione”.
Dal 2012 L’Associazione rappresenta gli organismi di volontariato stabilita in seno alla Commissione Tecnica prevista nel protocollo d’Intesa fra Ministero di Giustizia, Regione Trentino Alto Adige e Provincia Autonoma di Trento (art. 4, lettera “n”).