Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.
Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.
Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso.
Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge.
La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite.
Il trattamento del condannato e dell’internato è svolto avvalendosi principalmente dell’istruzione, del lavoro, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia.
Ai fini del trattamento rieducativo, salvo casi d’impossibilità, al condannato e all’internato è assicurato il lavoro.
Gli imputati sono ammessi, a loro richiesta, a partecipare ad attività educative, culturali e ricreative e, salvo giustificati motivi o contrarie disposizioni dell’autorità giudiziaria, a svolgere attività lavorativa o di formazione professionale, possibilmente di loro scelta e, comunque, in condizioni adeguate alla loro posizione giuridica.
L’Associazione collabora fattivamente con gli Uffici di Giustizia, in modo particolare con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Trento (UEPE), gli studi legali e la rete dei Servizi sociali e sanitari territoriali. La collaborazione è parimenti estesa a strutture deputate al collocamento mirato di persone in esecuzione penale o ex detenute fra cui le Cooperative di lavoro “Il Gabbiano”, “La Sfera”, “Alpi” e “Le Coste” di Trento ed anche il “Girasole”di Rovereto. Si tratta di realtà che operano sul territorio provinciale e perseguono scopi di utilità sociale previsti dalla legge 381/91 che disciplina le Cooperative sociali. L’Apas interpella e mantiene contatti significativi con tali realtà al fine di accompagnare l’utenza assistita ad un effettivo collocamento.
L’Associazione collabora anche con il Servizio Casa del Comune di Trento, l’ITEA (istituto trentino di edilizia agevolata), Caritas, la Fondazione “Crosina Sartori”, l’Associazione ATAS, Villa San Ignazio e la Fondazione Comunità Solidale per quei casi in cui è richiesta una maggiore assistenza alla persona. In casi sporadici sono contattate le comunità di accoglienza presenti sul territorio fra cui la Comunità dei Padri Francescani di Cles e di Padre Angelo (Sarche). L’esigenza abitativa si traduce anche nel bisogno di una breve ospitalità in attesa del reperimento di una risorsa alternativa; sono quindi frequenti i contatti con i dormitori.
L’Associazione aderisce e collabora con alcuni organismi nazionali che radunano a se numerosi Enti ed Associazioni di volontariato penitenziario del tutto similari per scopi e organizzazione e che condividono la volontà di agire responsabilmente nei confronti della collettività nei confronti della quale intervengono per promuovere processi di inclusione sociale per persone con problematiche di giustizia. Nel caso specifico è possibile riferire che l’Associazione aderisce al SEAC (coordinamento di enti e associazioni di assistenza ai carcerati); CRVG (conferenza regionale volontariato giustizia), CNCA (coordinamento nazionale comunità di accoglienza).